La donna della domenica (1975)

La donna della domenica è un film diretto da Luigi Comencini, tratto dall’omonimo romanzo del 1972 di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.

La trama

Torino. Il commissario Santamaria (Marcello Mastroianni) indaga sull’assassinio di un individuo volgare ed equivoco, l’architetto Garrone (Claudio Gora), un professionista fallito che vivacchiava ai margini della Torino bene, da cui era tollerato ma disprezzato. L’omicidio è stato scoperto dal geometra Bauchiero (Dante Fioretti), che ha trovato il cadavere dell’architetto, ucciso da un’arma non convenzionale: un fallo in pietra. Quasi contemporaneamente all’interrogatorio del Bauchiero, i domestici della nobildonna Anna Carla Dosio (Jacqueline Bisset), appena licenziati, portano in commissariato un foglio su cui la Dosio ha scritto all’amico Massimo Campi (Jean-Louis Trintignant) che lei e Massimo «…devono fare fuori il Garrone», biglietto che la stessa Dosio ha poi rinunciato ad inviare e gettato in un cestino.

Il commissario deve muoversi con cautela tra una serie di personaggi altolocati e il proprio superiore, che, preoccupatissimo delle conseguenze, vorrebbe che certi nomi non venissero coinvolti affatto. Ciascuno dei sospettati aveva un movente per eliminare il Garrone e nessuno di loro ha un alibi convincente per il giorno e l’ora del delitto.

L’indizio chiave pare riferirsi ad un antico proverbio piemontese: «La cativa lavandera a treuva mai la bun-a pera» (La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra), il cui significato viene spiegato al commissario Santamaria dall’americanista Bonetto (Franco Nebbia) la pera è la pietra in dialetto piemontese, e la lavandaia che non trova la buona pera è una lavandaia che non ha voglia di fare il bucato.

Ma, accanto all’indagine ufficiale, ne viene condotta un’altra: il giovane impiegato comunale Lello Riviera (Aldo Reggiani), avendo appreso che l’amico Massimo Campi è tra i sospettati, decide di scoprire lui l’assassino per poter scagionare Massimo. Egli giunge infatti presto ad individuare il possibile assassino, ma quando si reca al Balon ( storico luogo di incontro della Torino “bene” e della Torino “male”) per trovare la conferma dei suoi sospetti, ci rimette la vita. Viene infatti trovato a terra, con il cranio sfondato da un pestello per mortaio.

Curiosamente al Balon, nello stesso momento, sono presenti quasi tutti i personaggi sospettati del primo delitto. Il secondo delitto accelera le indagini, il commissario Santamaria e il collega De Palma (Pino Caruso) stringono il cerchio e giungono finalmente all’incriminazione e all’arresto di chi ha commesso i due omicidi.

(Wikipedia)

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